𝐒𝐚𝐫𝐞𝐦𝐦𝐨 𝐩𝐨𝐭𝐮𝐭i 𝐫𝐢𝐦𝐚𝐧𝐞𝐫𝐞 𝐥𝐢̀, 𝐨𝐜𝐜𝐡𝐢 𝐜𝐡𝐢𝐮𝐬𝐢, 𝐝𝐞𝐬𝐭𝐚𝐭𝐢 𝐞 𝐫𝐢𝐚𝐩𝐞𝐫𝐭𝐢 𝐬𝐨𝐥𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐝𝐚𝐥 𝐜𝐫𝐞𝐬𝐜𝐞𝐧𝐝𝐨 𝐝𝐞𝐠𝐥𝐢 𝐚𝐩𝐩𝐥𝐚𝐮𝐬𝐢.

Perché è un un privilegio raro, quello di poter assistere a un’esibizione di tale raffinatezza e insolita maestria.

Per noi, spettatori lontani dall’essere connoisseur di musica corale, le loro vocalizzazioni si sono svelate senza darci modo di interpretarle, intrecciati in una tessitura senza tempo, eppure familiari come se fossero sempre stati parte del fluire immutabile delle nostre vite.

Cori eterei, amplificati dal riverbero sacro nelle navate della nostra Chiesa di San Francesco, che di voci di gioie e dolori, deve averne raccolto e custodito davvero tante sin dalla sua antica edificazione fino ai nostri giorni.

E forse, in questa loro abilità di essere fuori dal tempo eppure così intrinsecamente parte di esso, risiede l’unico grado di comprensione che siamo riusciti a dare alla loro esibizione.

𝐏𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞́ 𝐜𝐫𝐞𝐝𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐪𝐮𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐦𝐚𝐧𝐜𝐚𝐧𝐨 𝐠𝐥𝐢 𝐬𝐭𝐫𝐮𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐩𝐞𝐫 𝐮𝐧’𝐚𝐧𝐚𝐥𝐢𝐬𝐢 𝐭𝐞𝐜𝐧𝐢𝐜𝐚, 𝐥’𝐚𝐫𝐭𝐞 𝐬𝐢 𝐫𝐢𝐯𝐞𝐥𝐚 𝐢𝐧 𝐮𝐧 𝐦𝐨𝐝𝐨 𝐝𝐢𝐯𝐞𝐫𝐬𝐨, 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐩𝐮𝐫𝐨 𝐟𝐨𝐫𝐬𝐞, 𝐨 𝐬𝐞𝐦𝐩𝐥𝐢𝐜𝐞𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐢𝐧𝐠𝐞𝐧𝐮𝐨: 𝐜𝐢 𝐬𝐢 𝐚𝐩𝐫𝐞 𝐬𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐟𝐢𝐥𝐭𝐫𝐢 𝐚𝐥𝐥𝐞 𝐞𝐦𝐨𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢, 𝐥𝐚𝐬𝐜𝐢𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐢𝐚𝐧𝐨 𝐥𝐨𝐫𝐨 𝐚 𝐠𝐮𝐢𝐝𝐚𝐫𝐞 𝐥𝐚 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐚 𝐞𝐬𝐩𝐞𝐫𝐢𝐞𝐧𝐳𝐚.

In quella mancanza, in quella spontanea resa al sentimento, la serata è volata via troppo presto, lasciandoci con il desiderio che quel indefinito non trovasse mai fine.

Grazie di cuore al Complesso Vocale di Nuoro e la direttrice Franca Floris

Valentino Cocco